li racconto di Aldo Del Gratta, redatto in uno stile sobrio e accattivante, potrebbe fuorviare il lettore distratto che, in maniera superficiale, sarebbe indotto a catalogare “L’Oro di Sassetta” come un lavoro piacevole e di semplice intrattenimento alla lettura, che comunque, se anche fosse, non sarebbe da tenere di cattivo conto. In realtà il testo di Aldo si presenta come un coacervo di generi letterali che vanno dallo “storico”, al “giallo”, al “rosa”, alla “avventura”, il tutto racchiuso in un “thriller” di maniera che affabula il lettore con la sua incertezza narrativa, trovando soluzione nelle ultime pagine del romanzo.
Inoltre, per dare un giusto peso al valore del racconto, è necessario mettere insieme e catalogare le varie
discipline di cui Aldo si è cibato per la composizione del romanzo, come la ricerca storica, probabilmente la vera ispiratrice dello scritto, dalla quale Aldo ha appreso che un suo omonimo “Del Gratta di Pisa”, acquirente del Palazzo Montalvo di Sassetta, ha spinto in nostro curioso autore ad approfondire le vicende storiche del palazzo e le storie delle persone che vi hanno abitato, inquadrandole poi nella storia generale della Toscana (e non solo) che va dal XVI secolo fino ai giorni nostri. C’è poi l’archeologia, disciplina che esercita Riccardo, protagonista principale e voce narrante del romanzo, dove in alcune spie dello scritto si coglie che possa anche essere alter-ego dell’autore Aldo. Infine nel testo si evidenziano competenze e temi di tipo scientifico, in particolare legati a pratiche ingegneristiche, come l’utilizzo del “geofono: un attrezzo fatti conto una specie di radar … che ti fa vedere cosa c’è nel sottosuolo … “, impiegato nel romanzo per vedere, senza abbatterlo, cosa c’è sotto l’altare di San Rocco della chiesa di Sassetta. Nel testo poi si colgono altri interessi frequentati dall’autore: quali una robusta conoscenza della religione cattolica e delle sue pratiche e una passione verso l’opera lirica, più volte citata.
Passando brevemente alla trama del testo, cercando di non svelarne troppo i contenuti, “L’Oro di Sassetta”, è sviluppato e raccontato partendo da ricordi giovanili del, già citato, protagonista Riccardo di professione archeologo che, di ritorno presso il borgo natio di Sassetta, si trova a confrontarsi con un segreto custodito da oltre 500 anni che ha a che vedere con un tesoro di marca spagnola, mai ritrovato e che recentemente, prima del ritorno di Riccardo, è stato oggetto di varie vicende che hanno sconvolto la vita di varie persone, in particolare quella di due giovani, Rafael e Ramona. Poi l’oro che non è più oro: diventato (dopo varie vicende inquietanti, colorate di orbace e corredate dalle immancabili “barbe finte”) contrabbando d’armi per alimentare guerre dimenticate dell’Africa Sub-Sahariana e non solo. Una storia terribilmente attuale, conforme ai tempi che stiamo vivendo che trova il suo sviluppo e conclusione in una missione archeologica con relativa scoperta in Egitto, o meglio in terra di Nubia. Dove una setta di adepti continua, senza alcun contatto col mondo e a distanza di oltre 30 secoli, a praticare il culto di Aton, l’unico dio a forma di disco solare voluto da Akhenaton, faraone egizio della XVIII dinastia. Infine si torna da dove siamo partiti, nel borgo di Sassetta: dove tutte le cose tornano al loro posto, in particolare quello che è stato prefigurato prende forma e si realizza con il concorso dell’amore che ancora una volta tutto sana e vince.
Insomma, siamo di fronte a un racconto appassionante da leggere e gustare fin nelle sue minime sfumature, dal quale un bravo autore potrebbe trarre una buona sceneggiatura da cui ricavarne un bel film e da questo Aldo ne trarrebbe una gran soddisfazione. Anche se conoscendolo, Aldo, maggior soddisfazione la otterrebbe se dal suo racconto si potesse trarre un libretto d’opera, da mettere poi in musica. Del resto Wagner non ha scritto e poi musicato “l’Oro del Reno” e altrettanto non si potrebbe fare per “l’Oro di Sassetta?
Franco Banducci – Ex Direttore del Laboratorio di radioprotezione CISAM
Lucca, 20.11.2022